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Accadde oggi: 26 dicembre 1960 pari tra Giancarlo Garbelli e Laszlo Papp
Il 26 dicembre 1960 al Palasport milanese c’è una attesa quasi spasmodica. Si potrebbe pensare all’ennesimo Santo Stefano con Duilio Loi, quando la città di Milano rimaneva quasi paralizzata in attesa dell’evento. Anche questa sera c’è la boxe a farla da padrone, ma il protagonista stavolta non è Duilio Loi, è pur sempre un milanese purosangue. Si tratta di Giancarlo Garbelli, un peso medio con un trascorso brillante da leggero e welter, ma sempre in lotta con la bilancia, forse uno dei motivi per cui non è andato mai oltre il titolo italiano. Da medio spariscono i problemi di peso, ma muove i passi in una categoria che non è sua, alla quale deve concedere sempre qualcosa. Il motivo del grande richiamo non è solo del milanese, ma anche del suo avversario. Scende in Italia per la prima volta, da professionista, un fuoriclasse nel vero senso della parola. Si tratta dell’ungherese Laszlo Papp, monumento del dilettantismo di tutti i tempi al pari del cubano Stevenson, con tre olimpiadi vinte. Da professionista ha disputato appena 12 matches e solo Germinal Ballarin è riuscito a strappargli il pari. Il magiaro è approdato al professionismo tardi con molti problemi perchè in patria lo volevano dilettante a vita, pronto per allenare la Nazionale. Il problema per lui era trovare un avversario, lo stesso Benvenuti, o meglio chi curava i suoi interessi, girava alla larga da questa “polveriera” umana. Tutti lo schivano, ma non Giancarlo Garbelli. Ecco pronto un match che molti definivano scontato a favore del magiaro.Ma sul ring milanese avvenne ciò che molti ritenevano impossibile. Il nostro pugile non si lasciò minimamente condizionare dalla fama dell’avversario e lo dimostrò round dopo round. Aveva avuto appena sette giorni di preavviso per affrontarlo, un po’ il destino di Garbelli. Ma quello che mancava come preparazione lo acquistava con il coraggio e la capacità di soffrire all’inverosimile. Nella serata milanese non soffrì solo lui, ma anche il suo grande avversario, forse per la prima volta in vita sua concentrato a sciogliere il rebus della vittoria fino all’ultimo. Se nei primi round la boxe tecnicamente superiore di Papp era riuscita a guadagnare punti, nelle ultime riprese avvenne quello che molti definirono “un miracolo”. Garbelli accettò di battersi accettando lo scambio a ritmo pieno. Il milanese, incitato dal pubblico impazzito, non solo non arretrava ma dava l’impressione di poter travolgere un avversario, considerato fino ad allora rivestito di cemento armato. L’ultima ripresa di Garbelli fu un capolavoro e il suo montante fu un vero castigo, arrivò al fegato dell’avversario che rimase quasi inebetito alle corde…forse in attesa della fine. Il gong suonò e per lui fu un sollievo. Il pari fu accolto con una salve di fischi, il pubblico aveva visto vincitore il suo “Giancarlo”.